Seta di Alessandro Baricco (1996): Hervé Joncour partì con ottantamila franchi in oro e i nomi di tre uomini, procuratigli da Baldabiou: un cinese, un olandese e un giapponese. Varcò il confine vicino a Metz, attraversò il Württemberg e la Baviera, entrò in Austria, raggiunse in treno Vienna e Budapest per poi proseguire fino a Kiev.
Nostalgie di Grazia Deledda (1914): — Vi graffio! — gridò Marianna. — E sarebbe un peccato, perché oggi siete così bella! Ora che avete arrossito siete più bella ancora. Il vostro cappello mi ricorda il cappello d'una granduchessa che vidi a Budapest.
Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): In effetti ad Arp pareva ancora assurdo non ammirare Gauloise rovesciato in volo, mentre colpiva il pallone di pieno collo destro e ricadeva sull'erba tra la stupefazione di centomila italiani o centomila inglesi o centomila brasiliani. Perché Gauloise era stato un maestro, una perfezione di stile, e l'attimo di quella rovesciata era eterno, fissato con quattro puntine da disegno in pub scozzesi, spogliatoi turchi, scuole di Budapest e di Palermo. Ora Gauloise fumava quelle sue sigarette nere senza staccarle dalle labbra e tutta la maschera del viso si era come rappresa in una mirabile forma di guttaperca, da grande attore del biliardo, da incallito nottambulo. |